Villa Borri Manzoli
Le fortune del nobile casato dei Conti Borri cominciarono
con Lanfranco Scarsino Borri che, schieratosi al fianco
dei Visconti contro i Torriani, ottenne, per i suoi
servigi e per il matrimonio della figlia Violante con
Matteo I, privilegi e possedimenti.
I Borri compaiono tra i grandi proprietari di Corbetta
già, a partire dalla seconda metà del Duecento. Sono
attivi anche nel capitolo che amministra il Santuario fino
al XVII secolo.
L’ultima discendente, Alda, sposa nel 1814 il nobile
Giovanni Manzoli, portandogli in dote edifici e terreni
agricoli circostanti.
La Villa Borri-Manzoli, costruita nei primi anni del
Settecento, venne ampliata e completata nell’Ottocento il
sopralzo sporgente dal tetto è sicuramente ottocentesco,
peraltro felicemente inserito nel contesto. Realizzata con
materiale del demolito castello, la villa sembra averne
inglobato alcune parti: la murature delle facciate
principali infatti, divergono di circa 7 gradi.
La facciata principale verso la piazza è in mattoni a
vista illeggiadrita da archi in pietra bianca, di gusto
barocchetto.
La facciata verso il giardino è invece di gusto
neoclassico, molto sobria e decorata da un piccolo pronao
che protegge l’ingresso al giardino, ma non può essere
considerata secondaria perché in fondo ad esso vi era un
cancello usufruito dalla famiglia quando, attraverso il
Naviglio Grande, raggiungevano la villa per le
villeggiature estive.
L’interno del palazzo presenta saloni di gusto
neoclassico, con volte, affreschi, bassorilievi e stucchi.
Il parco, molto vasto, conserva tracce di un giardino
all’italiana ed incorpora il fontanile “Madonna”
corrispondente, probabilmente, al tracciato dell’antico
fossato del vallum difensivo.
Adiacente a villa Borri-Manzoli, vi è la “Corte Sant’
Antonio” che, nella sua parte di origine quattrocentesca
conserva i resti dei dipinti che la decoravano, forse gli
stessi a cui ha dato al borgo il nome “Curia Picta”,
diventato poi, col tempo, Corbetta.
Arch. Luciano Redaelli
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