Villa Frisiani Mereghetti
La villa venne fatta costruire nel 1653 da Gottardo
Frisiani appartenente ad una delle più importanti famiglie
patrizie della città di Corbetta, che legò il suo nome
anche ad una delle Cappelle gentilizie del Santuario.
L’Architetto incaricato di redigere il progetto fu
Francesco Maria Richini, il cui disegno originale è ancora
conservato nell’Archivio del Santuario. Il Richini, noto
per essere uno dei più importanti architetti lombardi
dell’epoca (si ricordano le sue opere più famose, tutte a
Milano: il cortile dell’Accademia di Brera, l’ampliamento
dell’Ospedale Maggiore, la Chiesa di San Giuseppe). Il
nuovo palazzo “abbraccia” le parti superstite dell’ex
castello e le modifica in parte.
Il progetto originale prevedeva una struttura con corte a
“U”, perfettamente simmetrica rispetto all’asse centrale.
Il Richini riuscì a realizzare solamente la parte
centrale, che raccorda in angolo all’ala destra risalente
al ‘400 come mostrano i resti, ancora visibili, di alcune
finestre archiacute in cotto. L’unitarietà fra le due
parti è sottolineata da una fascia che percorre sia il
corpo centrale che quello laterale.
La facciata principale è scandita al piano terra da un
porticato con archi su colonne binate in granito che
conferisce leggerezza e rilevanza figurale alla facciata.
Un balconcino, aggiunto nell’ottocento risulta ben
inserito nella composizione architettonica. Sulla destra
del portico vi è lo scalone d’accesso al primo piano, la
cui volta fu affrescata da Carlo Francesco Nuvolone.
La facciata posteriore, a sud che si affaccia sul
giardino, attraversato dal fontanile Madonna, con due
corpi laterali aggettanti ai lati, è in mattoni a vista,
la cui uniformità non viene superata dalla presenza delle
fasce sporgenti di marcapiano e dei contorni delle
finestre.
La decorazione pittorica che abbellisce gli interni risale
al cinquecento e al seicento opera dei fratelli Danedi (i
Montalto), di origine bergamasca che ebbero al loro
attivo, oltre alcuni dipinti conservati nel Santuario di
Corbetta, la decorazione di parte della Certosa di Pavia,
a Federico Zuccai.
Il cortile d’ingresso da Piazza del Popolo presenta gruppi
di conifere, mentre il parco posteriore della villa è
alberato secondo gli schemi paesaggistici inglesi,
disturbati dalla presenza di essenze cresciute
spontaneamente.
Arch. Luciano Redaelli
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